[articolo di Anna Bellini]
Il titolo di questo post mi è caduto improvvisamente sulla testa insieme alla neve che sembra infinita di questi giorni.In queste occasioni mi diverto sempre molto ad osservare la realtà urbana e umana trasformata da questa “rivincita della Natura” e a vedere come di fronte alle Forze della Natura le potenti forze umane e sociali rivelino la loro vulnerabilità.
Normalmente ci sentiamo vulnerabili quando perdiamo il controllo sulle nostre cose, sui nostri ritimi, sui nostri movimenti, sui nostri progetti... e con tutta questa neve dappertutto è davvero difficile tenere il controllo sulle nostre abitudini.
Ma al di là dei naturali disagi (a volte molto pesanti) che questi eventi naturali comportano, noto anche come le persone, in simili occasioni "di vulnerabilità", sembrino tirare fuori risorse nuove da se stesse... maggior presenza, cooperazione, calma, creatività nel trovare soluzioni e anche qualche sorriso in più, che non guasta mai :-)
E così questa associazione Vulnerabilità=Potere si è formata in modo molto naturale nella mia testa o forse direi meglio in tutto il mio corpo tanto da farmi apparire questa contraddittoria equazione persino scontata. :-)
Ma sono comunque andata alla ricerca di argomenti interiori che rendessero questa equazione più plausibile per la mia mente, e chissa forse anche per la tua! :-)
Innanzitutto, data la mia passione per l'etimologia, ho pensato subito alla parola: “vulnerabile” significa ciò che può venir ferito e non ciò che necessariamente è stato ferito.
Certo ognuno di noi porta le proprie ferite, ognuno di noi ha un Bambino Interiore che ha sofferto e certamente quando contattiamo la nostra parte vulnerabile entriamo in un territorio dove possiamo trovare ferite, abbandoni, vuoti affettivi, paure profonde, senso di indegnità....
Ma in quella terra troviamo anche tanto e tanto altro... delle risorse inesauribili che possono alimentare enormemente il nostro Potere Personale! (come in parte avevo già scritto nel Post sul Bambino Interiore)
Provo a spiegare la cosa dal punto di vista energetico: quando parlo di vulnerabilità a che cosa mi riferisco? Qual'è quella parte diciamo così.. “morbida” di noi stessi che può essere ferita? Beh, mi riferisco a due cose: il corpo fisico e quello emozionale, che sono del resto strettamente e direttamente collegati.
Dal punto di vista dei chakra, parliamo del primo e del secondo chakra, ovvero di quelli attraverso cui flusicono "energie più fisiche" perché necessariamente è ciò che è più fisico che maggiormente può venir ferito.
Il primo chakra regola le energie del corpo fisico, i bisogni primari, gli istinti. Da un lato è evidente che un corpo possa essere vulnerabile, può ferirsi e si può ammalare, ma allo stesso tempo è attraverso questo chakra che fluisce l'energia proveniente dalla Terra che sostiene tutta la nostra esistenza, le nostre azioni, le nostre idee e persino la nostra Anima... è grazie a questa energia e a tutti gli istinti che garantiscono la sopravvivenza che la nostra Anima può compiere la sua missione su questo piano.
Nella zona del secondo chakra risiedono le nostre emozioni, i nostri bisogni affettivi e sessuali. Dato che siamo esseri sociali abbiamo bisogno dell'altro, e insieme ai bisogni vi sono le paure (paure che questi bisogni non vengano soddisfatti). In questo senso è certamente in questa area energetica che più risiedono le nostre vulnerabilità perché è qui che esse vengono percepite, sentite emotivamente.
Ma è la parte di forza che è insita in questo chakra che poco viene esplorata dalla nostra cultura. In senso ampio e profondo il secondo chakra è la fonte di tutte le energie creative: il suo elemento è l'acqua e l’acqua è in tutti i miti il grembo primordiale della vita che tutto può generare.
Certo l'acqua è anche la memoria, che serba il ricordo delle ferite antiche ma è allo stesso tempo il nostro inconscio collettivo che custodisce il ricordo di tutte le conquiste evolutive del genere umano.
Attraverso la sensibilità dell'acqua del nostro corpo emozionale possiamo sentire la realtà che ci sta intorno e a partire da questo sentire possiamo creare: sentire e creare sono infatti come due facce della stessa medaglia. Non esiste creazione senza sensibilità.
Mi sono spesso chiesta perché tanti degli artisti più talentuosi dell'ultimo secolo, che siano musicisti, poeti o pittori, abbiano avuto destini infelici, vittime di dipendenze, suicidi...
La spiegazione che mi sono data è che il loro genio e potere creativo nasceva da un contatto incredibilmente intenso con questa parte sensibile ma ad essi mancava il passo successivo: la capacità di gestire la parte vulnerabile di questa sensibilità per trasformarla in forza, in potere per se stessi.
E il Chakra dove risiede l'energia del Potere personale è il III. Esso è collocato giusto al di sopra al Chakra delle Emozioni, dove vivono le Vulnerabilità.
Come dire che il Potere Personale sorge dalle Vulnerabilità. E qui la nostra equazione comincia a prendere forma!
Il Fuoco del Potere, del III Chakra scaturisce dall'Acqua delle Emozioni, del Sentire che a sua volta è contenuta dalla Terra (I Chakra) che Sostiene.
Ogni chakra ha bisogno dell'integrazione dell'energia del precedente per potersi manifestare come forza positiva e piena.
Non vi può essere vero Potere Personale senza che vi sia il radicamento nella materia e nel corpo (I chakra) e senza che vi sia il contatto con le proprie emozioni e le proprie vulnerabilità (II chakra).
Il potere di chi si finge invulnerabile, di chi non integra le proprie debolezze e fragilità, di chi non ascolta le proprie paure, è un potere fittizio a cui manca la necessaria base, anche se può essere molto pericoloso, perché si esercita sulle fragilità altrui, sulle vulnerabilità di chi annaspa nelle acque del secondo chakra senza riuscire a innalzare questa energia al terzo.
Integrare le energie del II chakra significa creare le premesse di Amore per se stessi che sono la condizione necessaria per poter manifestare il proprio Potere Personale.
Significa essere connessi con la fonte dell'Energia Creativa.
Significa anche essere collegati con il proprio sentire più immediato e fisico, quindi per certi aspetti più certo, e lasciare che questa intelligenza pre-verbale ci indichi la giusta direzione.
La forza senza la sensibilità (lo yang senza lo yin) è una forza cieca, che irrompe senza visione e direzione e distrugge, anziché creare.
Questa è la differenza che corre tra il concetto di potere (power) e quello di Empowerment, tra il potere su qualcuno o qualcosa, e il potere per se stessi e al servizio di un bene maggiore.
Cercando in questi giorni in Internet la frase “Il potere della vulnerabilità” mi sono imbattuta nelle ricerche della sociologa americana Brené Brown, che ha intitolato così proprio una sua conferenza pubblica.
Brenè ha cercato per anni, attraverso innumerevoli interviste, di capire che cosa contraddistingue le (poche) “persone che sembrano serenamente convinte di meritarsi amore” e quelle (innumerevoli) che vivono con il costante timore di non essere all'altezza, che sono braccate dal senso di indegnità e di vergogna.
Ciò che ne è uscito non è che le prime si sentono perfette e invincibili, ma che esse hanno il coraggio di essere imperfette e che accettano completamente la propria vulnerabilità.
“Si tratta di persone che sanno essere gentili prima con sé stesse, e poi con il mondo.Perché se la vulnerabilità è il cuore della paura, della vergogna e della nostra lotta per la dignità, sembra essere anche la culla della gioia, della creatività, del senso di appartenenza, dell'amore.
Persone che, per essere sé stesse, sono pronte ad abbandonare un sé ideale.
Persone che accettano pienamente la loro vulnerabilità, perché credono davvero che ciò che le rende vulnerabili, le rende anche belle. E che si sentono connesse agli altri come risultato della loro autenticità.”
Per proteggerci dalle nostre vulnerabilità tendiamo a nasconderle a noi stessi, a rinchiuderle in una stanza segreta.
Il problema è che non si possono sopprimere le emozioni in modo selettivo. Non possiamo sopprimere i sentimenti che ci fanno paura senza sopprimere anche l'amore, la gioia, la gratitudine, senza privarci di risorse che sono fondamentali per la nostra felicità e per il nostro potere personale.
E' infatti proprio la vulnerabilità che apre le porte allo sviluppo delle potenzialità individuali, alla manifestazione dei talenti dell'Anima.
Nel Voice Dialogue si dice che un bambino viene al mondo in una condizione di estrema vulnerabilità, senza protezione, né difese, ma soltanto con una vibrazione o una qualità unica che lo distingue e che gli Stone hanno chiamato “impronta psichica”. Ben presto il bambino impara che certi suoi comportamenti generano risposte diverse nella madre, alcune gradevoli, altre non molto. Così, inevitabilmente, alcuni modi di agire vengono ripetuti, altri invece abbandonati poiché le risposte che ottengono non sono utili ai bisogni di accudimento, amore, nutrimento e gratificazione di ogni bambino appena nato.
Da quel momento in poi il bambino rinuncia ad esprimere una parte della propria natura poiché non funzionale e non gradita all’ambiente esterno.
Ma ciò che si perde è anche il contatto con la propria “impronta psichica”, il nostro nucleo essenziale, quello che ci caratterizza e con il quale siamo venuti al mondo.
Recuperare il contatto con la propria vulnerabilità significa dunque tornare a sentire la nostra impronta psichica, le nostre potenzialità, i nostri talenti, in sostanza, chi noi siamo e riaprirci alla possibilità si esprimerlo autenticamente e pienamente.
Questo è, io credo, il vero Potere! Il potere di essere pienamente e autenticamente noi stessi. :-)
COMMENTI:
5 febbreaio 2012
Non ce' l'abitudine o meglio l'educazione, nella nostra societa' contemporanea a riconoscere le propie vulnerabilita' ,anzi la maggior parte delle frasi e dei modi di dire della nostra societa' occidentale ,nella famiglia ,nel sociale (scuola,amici,ecc..) tende a reprimere la nostra parte vulnerabile pero' con la conseguenza di renderci piu' deboli perche' come hai scritto nel post non sfruttiamo piu' il nostro potere personale ,con tutte le conseguenze che ne deriva e che fanno della nostra societa' non certo un esempio di civilta' ,quelli che "amano cio' che non e' amore" hanno sfruttato a loro favore questa situazione ,rendendoci schiavi attraverso diversi modi ,ad esempio il nostro modello di vita ,vai a scuola studia prendi buoni voti che poi ti trovi un posto fisso ben pagato e ti puoi comprare la casa ,non ce' niente di male nell'andare a scuola ,ma la scuola come e' concepita non insegna a usare il propio pieno potenziale ,perche' per chi "ama cio' che non e' amore" l'individuo che usa il propio pieno potenziale con equilibrio e' un individuo non piu' controllabile.
Quindi e' molto importante riappropiarsi e riconoscere il potenziale del 1° e 2° chakra se vogliamo la vera liberta' nella vita.
Grazie per questo post,
Davide
Caro Davide grazie del tuo commento.
Lo sai che quando parli di scuola tocchi un tasto che mi è molto caro, avendo lavorato a lungo e tuttora come insegnante.
Purtroppo la scuola non mette al centro delle proprie priorità formative il "guardarsi dentro", il "sentire", il conoscere, riconoscere le proprie emozioni, quella che definisco l'educazione affettiva e il contattare i propri talenti. E spesso chi a scuola è considerato vulnerabile, perchè magari molto sensibile, diviene l'elemento debole.
Se si valorizzasse il sentire come elemento potenziante la scuola farebbe un grnde servizio all'evoluzione umana.
Ma tutto questo cambierà tra breve, ne sono certa!
Un abbraccio. Anna
Grazie di questo bell'articolo! :-)
Come ben sai, sono perfettamente d'accordo con quello che dici ;-)
Un abbraccio dal cuore, Simone.
Grazie caro Simone!
Del resto gli insegnamenti del Voice Dialogue li ho imparati (ma sopratutto sperimentati) grazie a te!
Quindi un doppio grazie!! Anna
purtroppo,nella nostra società viene considerato bravo chi si adegua...con grande spreco di potenzialità ,considerando che "ogni attività umana è spirito incarnato".Comunque, grazie dell'illuminante articolo; a me ,che nella vita mi sono lasciata condizionare molte volte, ha fatto l'effetto di un "brodo caldo per l'anima" grazie, grazie, grazie. Ilva
Grazie Ilva, sono felice che questo articolo ti abbia fatto bene.
I condizionamenti sociali sono davvero forti e ci portano a vivere le nostre vulnerabilità con senso di inferiorità e con forte autocritica. Questo ci depotenzia enormemente. Sperimentarne la forza e il potere, i potenziali creativi è un percorso molto intimo, ma estremamente trasformativo.
un abbraccio. Anna
Grazie condivido pienamente.
La Natura mete essere umano a ginochio per bene del uomo,perche lo ama e vuole che uomo diventa di nuovo la parte integrale della Natura con amore umilta e rispetto!!!! (anonimo)
Non so se la Natura ci metta in ginocchio con premeditazione... io credo che Lei faccia il suo corso, noi ne veniamo messi in ginocchio spesso perchè ci siamo allontanati troppo da Lei, perchè non la osserviamo e ascoltiamo abbastanza, perchè siamo totalmente dipendenti dalle strutture sociali che abbiamo creato...
Comunque il fatto è proprio quello che dici tu: abbiamo perso il giusto senso di rispetto, amore e umiltà nei sui confronti.
Un abbrccio. Anna
6 febbraio 2012
Condivido pienamente ciò che dici. Dopo aver letto "Il mio Angelo custode si è suicidato" di Jacopo Fo, ho fatto mio il motto: "la sfiga rende invulnerabili"; ovvio che il concetto di vulnerabilità è affrontato in modo leggero ed ironico (forse un po' naif) ma efficace. Ciao e GRAZIE :)
Angelboyy
grazie caro Angelboy per il tuo commento. Io personalmente considero l'ironia un rimedio universale, e guardare alle proprie vulnerabilità con uno sguardo ironico è ben più potenziante che guardarle con gli occhi del nostri Critico Interiore.
E non ritengo l'ironia per nulla naif, al contrario, credo essa emerga da un grande saggezza. Tutti i più grandi sciamani e guru la manifestano!! :-)
Un abbraccio. Anna
Carissima, c'è sempre da imparare! Quante cose interessanti dici nel tuo scritto e quanto c'è da cogliere anche nei commenti! Grazie a te e a tutti gli intervenuti.
Vorrei una dose abbondante di ironia e autoironia; quanto mi sarebbe utile! I passi nella direzione del ns. POTERE integrando le ns. vulnerabilità sarebbero molto più semplici.
Adoro essere LEGGERA,(.... forse è la mia natura...), ma invece anche se con grandi miglioramenti dopo anni di lavoro, mi trovo a pensare che forse sono noiosa agli occhi degli altri con la mia necessità di prendere tutto sul serio sopratutto in argomenti come questi dove si parla di spiritualità . La mia direzione è quella...ora devo pensare ad una buona INTEGRAZIONE.
Cari saluti. da una Anna...Luisa
Grazie cara Anna Luisa del tuo bel commento! A volte ci sembra molto difficile il nostro percorso di crescita e trasformazione. Ma spesso abbiamo già tutti gli ingredienti nelle nostre mani. Basta mescolarli in un modo un po' diverso da come siamo abituati, magari un modo che ci sembra un po' strano. Come mettere la leggerezza e l'ironia nella spiritualità.
Hai mai pensato a una cosa? Una persona che ha ironia la si definisce spiritosa, o "di spirito"! Forse l'ironia è proprio la quintessenza dello spirito e della spiritualità... :-)
E quando siamo in contatto con il nostro spirito, con la nostra natura, che è fatta di tante sfaccettature, di forza e vulnerabilità, lasciamo meno spazio al Critico per tormentarci e di farci credere che siamo noiosi agli occhi degli altri.... E l'ironia fluisce naturalmente...
Un abbraccio. Anna
L'ironia e l'autoironia ci salveranno e salveranno il mondo :-) ,posso capire che per te che lavori nella scuola ho toccato un punto dolente ,ma ci sono segnali incorraggianti che come tu hai detto ,questo modello arcaico di concepire l'educazione cambiera' presto e cosi' ognuno potra' esprimere il propio pieno potenziale ,Viva la Nuova Era!
Grazie dei commenti. Davide
Sì! viva la Nuova Era e la Nuova Educazione, che guidi l'individuo all'integrazione di tutte le proprie parti, all'espressione dei propri potenziali, alla manifestazione della propria "impronta" dell'Anima.
Un abbraccio. Anna
7 febbraio 2012
abbiamo letto il tuo articolo con piacere e ci sentiamo sulla tua stessa lunghezza d'onda. E' vero che solo chi si ama veramente sa fare tesoro delle proprie debolezze e che tali debolezze in tal caso diventano punti di forza. E' cosi' nei confronti dell'amore verso se stessi cosi' come nell'amore verso gli altri. Quando si ama davvero si amano anche le vulnerabilità dell'altro/a che diventano agli occhi dell'innamorato parti fondamentali e inescludibili del soggetto amato. Eppure e' proprio con noi stessi che siamo piu' duri e critici e incapaci di amarci a tutto tondo. Certo la societa', la scuola, i modelli ecc non aiutano a tirare fuori le proprie ricchezze ed i propri talenti ma semmai ci invitano a seguire modelli. Ma io penso anche che sia anche e soprattutto la vita con tutte le prove che ci ci pone di fronte a non facilitare il compito di amarci per come siamo. La nostra identità e' in contiuno costante mutamento e nel momento in cui siamo finalmente entrati in accettazione/amore con una parte di noi, ecco che sopraggiunge un cambiamento che ci porta a doverci ridefinire. Come era scritto su un muro di qualche città sudamericana "quando avevamo tutte le risposte ci hanno cambiato le domande". E penso che sia proprio la capacità di imparare ad accogliere il cambiamento in tutte le sue sfaccettature la grande sfida di noi esseri umani del 21 secolo.
Ti abbraccio, grazie per il lavoro che stai facendo. Un abbraccio
Marta e Francesca
Grazie carissime per il bellissimo commento!
E' proprio così, la sfida di noi esseri della Nuova Era è quella di "vivere mettendo radici nel cambiamento"!
E ogni volta che esso sopraggiunge ci fa entrare nel territorio delle vulnerabilità, perchè c'è una fase in cui non possiamo controllare più la nostra vita... dobbiamo affidarci e abbandonarci a lei piuttosto.
Ma questo abbandono, e questo atto di umiltà alle leggi del cambiamento e dell'evoluzione, che ci fa tanta paura, ci rende più forti, e tanto più forti quanto riconosciamo, abbracciamo e accudiamo le nostre paure.
E poi, come nella danza del Tao, ritroviamo nuovi equilibri....
Un abbraccio. Anna
10 aprile 2012
Veramente ben scritto, mi ha aiutato a sentirmi meglio, grazie:) Andrea
Grazie Andrea, sono felice che ti abbia fatto sentire meglio!!!
Un abbraccio
25 luglio 2012
La settimana scorsa ho affrontato il tema della mia vulnerabilità con la psicologa, a cui mi sono rivolta dopo un crollo psichico spaventoso. Poi ho cercato sul web e mi sono imbattuta nel tuo articolo...Bello, davvero. Mi sono commossa leggendolo. Come se avessi letto ciò che pensavo, ovvero ciò che ho imparato a pensare dopo aver "sentito".
Per anni ho indossato il costume di wonderwoman senza aver cura della mia vulnerabilità, dei miei sentimenti, del mio corpo. Prendendomi cura di chiunque tranne me, ho percorso la strada dell'autodistruzione. Fortunantamente la mia natura sana mi ha protetta e mi ha portato sulla strada dell'autoconsapevolezza chiedendo aiuto. Finalmente posso permettermi anche di avere bisogno di aiuto! E con grande stupore, mi sono ritrovata persone ed affetti intorno, che non credevo di avere.
Ciò che a lungo ho rifiutato di guardare per paura di soffrire troppo, ha aperto una nuova porta dentro di me e davanti a me...E' tutto talmente nuovo che mi eccita e mi spaventa. E' la mia vita. Sono io: autentica, vera.
Saluti affettuosi.
Alessandra
Grazie cara Alessandra, bellissimo il tuo commento da cui traspare la tua autenticità, fatta di forza e vulnerabilità.
Abbracciare le proprie vulnerabilità, riconoscere di aver bisogno dell'aiuto degli altri e imparare a chiederlo apre davvero nuove porte sulla propria vita.
Un abbraccio
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